Uno degli edifici più particolari e antichi del centro storico di Mineo è quello che attualmente ospita il “Circolo di cultura Luigi Capuana”. Situato nella centralissima piazza Buglio, con ingresso secondario in via Luigi Capuana n. 1 ha contribuito a fare la storia di questo piccolo centro Siciliano. L’aspetto attuale del “Circolo” è frutto di alcune trasformazioni avvenute nel tempo.
Costruito nel 1416 e nel corso dei secoli la sua destinazione d’uso è continuamente cambiata. Fino al 1767-68 fu sede dell’amministrazione comunale, poi divenne casa del magistrato e anche carcere mandamentale. Nel 1841 una parte dei locali fu concessa in affitto al Circolo di Cultura, come sala di conversazione dei nobili. Luogo frequentato dal Capuana, all’interno del quale trascorreva diverse ore confrontandosi e discutendo con i notabili del paese, negli anni Venti del Novecento fu “Casa del Fascio” per tornare, alla fine del secondo conflitto mondiale, sede del Circolo di Cultura dedicato a proprio a Luigi Capuana. Al suo interno è di particolare pregio il salone ottocentesco in stile liberty.
Per quanto riguarda l’interno, sappiamo che gli spazi hanno avuto significative modifiche e in passato erano organizzati diversamente.
Notizie sulla storia del Circolo e su chi ne faceva parte si trovano nei documenti che sono conservati a cura dei soci. Il “Circolo” è un sodalizio privato, con il proprio Statuto e organismo di gestione formato dalla Deputazione di tre membri, dei quali uno con la carica di presidente, affiancato da un segretario e da un tesoriere. Nelle sue sale alcuni notabili del paese – tra cui un giovane Luigi Capuana – si incontrarono segretamente nel 1859, per costituire un Comitato favorevole all’Unità d’Italia, come attesta il verbale di una seduta.
Nel giugno 1860 lo stesso Comitato si rivolgeva a tutte le persone abbienti di Mineo per chiedere contributi materiali, in aiuto alla spedizione militare guidata da Garibaldi e sbarcata a Marsala un mese prima.
Come detto, Luigi Capuana frequentava il “Circolo” e là vi incontrava alcuni suoi amici del posto. A costoro lo Scrittore una volta, trovandosi lontano dal paese per motivi di lavoro, nel 1877 aveva inviato un particolare messaggio allegato al suo racconto Iana. Il racconto era dedicato a Sebastiana Conti, figlia di suoi conoscenti contadini e della quale si era invaghito da ragazzo identificandovi il simbolo dell’amore puro, inserita in seguito in alcune novelle – Iela, Evoluzione – e in onore della quale lo Scrittore celebrava ogni anno, il 25 marzo.
"Andare ad affacciarsi dal Muraglione per osservare i lavori dell’inglese, laggiù, era diventato l’occupazione giornaliera dei galantuomini che ordinariamente ozieggiavano in Casino, dicendo male di questo e di quello, ammazzando il tempo con interminabili partite a tarocchi o al bigliardo, o sbadigliando seduti in circolo, su la terrazza che dominava il Largo della Matrice e quasi segregava il Casino dal contatto della gente radunata davanti a la chiesa, le domeniche"-
Da “Il Benefattore” di Luigi Capuana